giovedì 6 dicembre 2012

Eva Alberti - A tu per tu con Mike Slaby, guru di Obama Le nuove frontiere delle elezioni Il futuro (solo digitale) dell’informazione @ La Sestina, 5 dicembre 2012



A tu per tu con Mike Slaby, guru di Obama
Le nuove frontiere delle elezioni
Il futuro (solo digitale) dell’informazione

di Eva Alberti
Si presenta sorridente, in un completo grigio con camicia rosa senza cravatta, e pone fine all’attesa nel piccolo set della Scuola di giornalismo Walter Tobagi, all’Università Statale nella sede di Sesto San Giovanni.  Michael Slaby, Chief Integration and Innovation Officer per la campagna elettorale di Obama, ossia colui che aveva in gestione i social network, è in Italia per incontrare gli studenti di diversi atenei. A Sesto ha affrontato la curiosità dei futuri giornalisti su comunicazione e tecnologia, così innovate dallo staff democratico durante la corsa alla Casa Bianca del 2008 e del 2012.
“Sii solo quello che sei”, senza annacquare i tuoi valori; “Capisci quali sono gli obiettivi“ e i modi per raggiungerli, così da motivare i tuoi collaboratori; “Fai solo quello che serve” e non sprecare energie: queste le chiavi del successo elettorale di Obama, spiegate da chi ha contribuito a produrlo.
È tutta questione di efficacia, che nel 2012 si è tradotta in un rapporto personalizzato con l’elettore. Secondo Slaby si è trattato di proporre un medesimo messaggio interloquendo però con le diverse esigenze delle persone. Di qui l’utilizzo dei Big Data, ovvero lo studio dei diversi profili di utenza nei New Media, e in particolare di Narwhal, una piattaforma capace di integrare le community online coi dati offline pensata dall’Obama-team 2012. L’idea dietro all’uso di Twitter, invece, è fondamentalmente un passaparola: motivare persone (i follower di Obama) che coinvolgono altre persone (i loro amici) per raggiungere lo scopo (il voto) fornendo loro strumenti digitali.
Come questo ha cambiato il contenuto politico è presto detto: si è passati dal “Tutta la politica è locale” del vecchio detto al nuovo “Tutta la politica è personale”. In altre parole al dialogo che spieghi la proposta a ciascun cittadino, recependone anche un feedback di bisogni da valutare da parte del politico. In qualche modo tale discussione, svolgendosi su una piattaforma digitale aperta a migliaia di persone, avrebbe anche reso la politica più trasparente, consentendo il fact checking e prese di posizione più nette.
Per approntare questa strategia lo studio dei media è stato fondamentale. Nel passaggio dal ‘90 ad oggi, Tv, giornali e digital community da canali sono diventati network, frammentati secondo tematiche e sempre più interconnessi. Un’evoluzione c’è stata anche rispetto alla campagna 2008, quando Facebook e Twitter erano ancora “giovani”. Nel 2012 la loro importanza è cresciuta esponenzialmente e l’uso scaltro dei social network ha permesso di fare la differenza negli “swing state” (gli Stati chiave) come l’Ohio.
Parlando di evoluzione mediatica, la domanda sul futuro del giornalismo cartaceo sorge spontanea. E Slaby non lascia spazio a romanticismi: “Uno dei maggiori costi per un giornale è comprare la carta”, dice. Ma che continuerà ad esserci necessità di notizie, contenuti qualitativi, indagini e storie raccontate è altrettanto certo. Quindi conclude: “A voi giornalisti del futuro dico: non abbiate paura delle tecnologie che cambiano”.


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